Me ne andavo a 100 all’ora a trovar la bimba mia.

Doppia Scalata a Sua Maestà. Sabato 3 settembre. Chi viene?

Re Stelvio, a noi due. Anzi, a noi 5.

Vi avevo lasciati, con la Maratona, parlando di Stelvio.
Bene. Non vi ho ancora raccontato della prima. E comincio già a parlarvi del secondo.
34×27 che non sono altro.
Siccome è da qualche notte che ho il sonno abitato da 48 tornanti e da un certo numero 2.758, però, capirete bene che non posso certo esimermi dall’iniziare da codesta nuova ossessione. O no?
E allora andiamo con ordine.
Estate di pedalate toste, come si diceva, a rincorrere spettri e sogni. Estate con la testa in su: puntata come un radar, o, a seconda dei gusti, come un kalashnikov, verso il picco più alto. Colui che a ogni scalator ha dato più di un grattacapo.
Un lungo mese di training nelle mie lande, liguri e gardesane, dunque. Con la voglia, matta, di una nuova droga mescalina  – noialtri, si sa, non possiamo stare senza, nemmeno durante le ferie -. Droga mescalina che è, l’abbiamo detto, la regina di tutte le droghe. Anzi, il re. Sua Maestà lo Stelvio. La strada- ma pare non sia poi tanto vero- carrozzabile più alta d’Europa.
Ma siccome noialtri non ci si fa mancar niente, noialtri lo si raddoppia.
Raddoppiare Sua Maestà? Una coppia di Re?!
Già. Una coppia di Re. Niente Fanti e, si spera, cento Donne. A baciarci a impresa compiuta.
Raddoppiare lo Stelvio significa affrontarlo da entrambi i versanti: Bormio e Prato. Lombardia e Trentino Alto Adige.
E, siccome anche questo non è abbastanza dopante in sé (con buona pace di Beppe Severgnini), la combriccola qui del pedale disturbato ha deciso di compiere anche un raid lampo in terra elvetica. Giusto per non farsi mancar niente.
Vale a dire: agguantato il primo scalpo da Bormio, rapida discesa per il Passo Umbrail, con tanto di tratti in sterrato, indi Santa Maria e quindi, rapida svolta a destra per Spondigna e Prato allo Stelvio. E via, nuova giostra. Si risale. E si fanno quei bei 48 tornantini famosi in tutto il globo terracqueo. Totale: 107 km e 3.400 m. di dislivello. Praticamente questa roba qua. Sufficit?
Quando? Sabato 3 settembre. Dopodomani, siore e siori miei. Che qui l’autunno incombe. E l’ago della pedivella va iniettato in vena finché c’è. Poi arriva il lungo letargo astinente dei duemilametri. Mannaggia a loro.
Già, lo Stelvio, noialtri chi?
Ma una masnada pericolosissima di loschi figuri dal polpaccio scolpito. Mantelline nere e manicotti vissuti, partiremo in 5 da quel di Cepina Valdisotto. Inzieremo a menare il cinquanta con pochi gradi. Bardati di tutto punto, che sullo Stelvio non si scherza. Agguanteremo Bormio addormentata e da lì si parrà la nostra nobiltate.